Tornano i gigli di San Michele. Strane storie di piante
Tra le cose che assicurano una qualche certezza, di questi tempi instabili, sono i cicli della Natura: lo sbocciare di alcuni fiori, in particolare, che scandiscono il nostro tempo. Così il “giglio di San Michele”.
Il Fiore:
Lungo stelo floreale, emerge direttamente dal terreno, senza foglie intorno; queste ultime, nastriformi, di color verde scuro, compariranno a fioritura avvenuta, durante l’autunno avanzato e l’inverno, e seccheranno completamente prima della fioritura successiva.
Il nome del fiore è Amaryllis belladonna(Fam. Amaryllidaceae). La festività è quella di San Michele Arcangelo Patrono di Sant’Angelo di Brolo (Me) che si festeggia il 28 e 29 Settembre.
Il genere Amaryllis è originario dell’Africa del Sud e non deve essere confuso con Hippeastrum, un genere di origine sudamericana, meno rustico e con fiori che si sviluppano insieme con il fogliame.
Amaryllis belladonna dà il fiore prima dell’emissione delle foglie. A questa caratteristica è dovuto il nome comune ‘Femmina nuda’. Il fogliame cresce durante l’autunno e l’inverno ed è indispensabile per l’ingrossamento dei bulbi e la fioritura nella successiva stagione. Al momento della fioritura però il fogliame è seccato e i fiori nascono direttamente dall’apice dei bulbi, a volte anche scoperti dalla terra.
I bulbi come altre parti della pianta sono velenosi, per il contenuto in alcaloidi, che provocano vomito, diarrea, tremori e convulsioni, negli animali o nell’uomo; gli animali selvatici evitano infatti di mangiarli.
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